Punto di incontro dell'Associazione FJR1300 Club Italia

S. Pietroburgo e Repubbliche Baltiche 2006



Preparare un viaggio a San Pietroburgo è stato più lungo di quanto immaginassimo. Non tanto perché sia un viaggio che in oltre 6000 km tocca 10 Paesi (Italia, Svizzera, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Russia), ma soprattutto per quegli ultimi 150 km di Russia che servono per raggiungere S. Pietroburgo. 

In questo Sara ha fatto il lavoro più "duro" occupandosi dei mille cavilli che la burocrazia ci ha costretto ad affrontare. Innanzi tutto il visto di ingresso rilasciato dal consolato, per ottenere il quale devi essere invitato in Russia, cosa che può fare una struttura turistica. Per cercare di velocizzare le cose ci siamo serviti di una agenzia specializzata (www.allrussian.com) che tuttavia, va detto, non ha brillato ne per simpatia ne per velocità. In secondo luogo ho dovuto fare la patente ed il libretto della moto internazionali: la prima deve essere obbligatoriamente internazionale, il secondo l'ho reso internazionale per scrupolo ma non è necessario, anzi in frontiera quando l'ho mostrato mi hanno detto "Niet!". La patente internazionale è un atto esclusivamente amministrativo. Infine la telenovela delle assicurazioni, sia sanitaria che per la moto: la prima è stata fatta mediante il "tour operato", la seconda direttamente in frontiera. Dopo circa 2 mesi ce l'abbiamo fatta... Siamo pronti a partire!

GG

DATA

PARTENZA

TAPPE

ARRIVO

KM

1

Merc 02

 Erba

 

 Monaco

465

465

2

Giov. 03

 Monaco

 

 Praga

420

885

3

Ven 04

 Praga

 

 Praga

-

885

4

Sab 05

 Praga

 Breslavia

 Poznan

461

1346

5

Dom 06

 Poznan

 Torun

 Olsztyn

347

1693

6

Lun 07

 Olsztyn

 

 Riga

592

2285

7

Mar 08

 Riga

 

 Riga

-

2285

8

Mer 09

 Riga

 

 Tallin

307

2592

9

Gio 10

 Tallin

 

 S.Pietroburgo

358

2950

10

Ven 11

 S.Pietroburgo

 

 S.Pietroburgo

-

2950

11

Sab 12

 S.Pietroburgo

 Tartu

 Riga

590

3540

12

Dom 13

 Riga

 

 Vilnius

346

3886

13

Lun 14

 Vilnius

 

 Varsavia

505

4391

14

Mar 15

 Varsavia

 

 Cracovia

302

4693

15

Mer 16

 Cracovia

 Auschwitz

 Vienna

467

5160

16

Gio 17

 Vienna

 

 Vienna

-

5160

17

Ven 18

 Vienna

 

 Erba

804

5964

  Km spesi fra errori di strada, deviazioni, spostamenti in loco 100 6064

Giorno 01: Como - Monaco

Sveglia alle 6.30 per la partenza prevista alle 7.30. In cielo girano parecchie nuvole ma tutto sommato il tempo può definirsi bello. Partiamo subito con un traffico fastidioso che ci accompagna fino in Svizzera. Nonostante tutto siamo sul S. Bernardino relativamente presto, tanto che l'aria è ancora frizzante: le montagne verdissime sono incappucciate da nuvoloni in dissolvimento, fra un raggio di sole e una porzione di cielo azzurro, una vera favola! Con Roberto ci riproponiamo di farci una gita ad hoc presto o tardi. Il viaggio prosegue scorrevole nonostante qualche cantiere di troppo sulle strade. Tagliamo per Bregenz e Lindau al fine di evitare i pochi km di autostrade Austriache e finalmente giungiamo in Germania, non prima di aver evitato un temporale, come testimoniato dalle strade bagnate su cui abbiamo transitato. Giungiamo a Monaco alle 14, dopo 5 ore e mezza di moto incluse le soste. Il navigatore ci porta dritti davanti alla porta dell'hotel Shweiz, che comodità! 

Tempo di fare una doccia ed usciamo per scoprire la città. Monaco si presenta come una tipica città tedesca sotto tutti gli aspetti ed è davvero piena di gente! La strada principale e gremita all'inverosimile. Camminiamo fino alle 17.30, quando ci fermiamo in un caratteristico pub tedesco a riposare ed a bere (Roberto inizia la sua degustazione di birre che andrà avanti tutta la vacanza!) per poi rientrare in hotel. Sono le 20.00 quando usciamo nuovamente: abbiamo appuntamento con David, un amico che ci accompagna per la Monaco notturna della buona birra. Roberto giura che una birra così in Italia non esiste, io posso solo dire che il locale era veramente bello... Ma non chiedetemi come si chiamava! Rientriamo in hotel a mezzanotte, stanchissimi dopo l'intensa giornata. Domani Praga!


Giorno 02: Monaco - Praga

Sveglia alle 7.45: fuori piove! Posticipiamo la partenza alle 9.30 nella vana speranza che migliori, nel frattempo mi faccio una colazione alla tedesca: salumi, uova strapazzate e wurstel! I primi 100 km sono di acqua. Le nuove sovratute "Diluvio" della Tucano Urbano fanno il loro lavoro, così come il sacchetto di plastica trasparente per alimenti per proteggere il mio palmare-navigatore dall'acqua. In compenso le manopole riscaldate della Oxford, appena sostituite in garanzia, iniziano a funzionare anche da spente e mi tocca staccarne l'alimentazione per l'intero viaggio. Arriviamo al confine con la Repubblica Ceca che ha già smesso da un pezzo. La strada per Praga è abbastanza buona per il tratto in Germania, a parte che i tedeschi sembrano non sapere cosa sia l'asfalto drenante, mentre dall'arrivo in Repubblica Ceca l'autostrada è presente solo a tratti e i lavori in corso sono continui, rendendo sostenuto il traffico. Il navigatore ci porta sicuri alla meta. Panico quando ci dicono che una delle due stanze prenotate non è disponibile e occorre andare presso un'altro hotel. Meno male che è molto vicino, così le moto possono stare assieme nel parcheggio interno, purtroppo sprovvisto di tettoie. Pronti via, scendiamo in città sotto un cielo sempre più nero e infatti facciamo appena in tempo ad arrivare in centro che inizia a piovere. Ci rifugiamo in una steak-house dove ceniamo (o pranziamo?) alle 17.00. Quando usciamo sembra abbia smesso ma è solo un attimo. Aspettiamo fiduciosi che spiova con molti altri turisti sotto un portico, poi ci buttiamo alla volta del metrò. L'hotel "Claris" non dista molto dalla fermata, così alle 19.30 siamo già in camera. Andiamo a letto presto: domani abbiamo tutto il giorno per approfondire la conoscenza di una città che ci è piaciuta subito "a pelle". Abbiamo fatto 420 km e benzina una sola volta, ma quanto è cara la benzina in Germania! 1,440 € al litro.


Giorno 03: Praga

Il tempo è molto meglio di quello che ci hanno prospettato in hotel: coperto, ma senza pioggia. Fresco fa fresco, saremo intorno ai 20 gradi. Come deciso la sera prima ci rechiamo per le 9.30 a lato dell'orologio astronomico. Qui troviamo le guide dello "City Walk". Per 1000 kr (circa 30 euro) a testa ci guidano per 7 ore di passeggiata (!!) in giro per Praga, inclusa gita sul battello di 1 ora, rinfresco e pranzo. La guida, Helena è molto brava e parla un perfetto inglese. Il gruppo è abbastanza ristretto, siamo circa 20 persone. Passiamo la città vecchia, incantevole, ed i principali quartieri, Mala Strana, il Castello, Charls Bridge, il ghetto ebraico. Il tour "The ultimate tour of Praha" è davvero completo e permette una completa panoramica della città per chi, come noi, ha molto poco tempo per vederla. Tutte le impressioni della sera prima sono confermate. Praga è davvero un'opera d'arte! L'idea è quella di partecipare al "ghost tour" delle 20.30, un giro per le viuzze più buie raccontandoci storie di fantasmi. Un acquazzone, neanche poi così forte, ci costringe a rifugiarci nel primo locale che troviamo: ovviamente un ristorante e pure italiano... Che vergogna! Aspettiamo che spiova e usciamo che sono ancora le 21.00. Ne approfittiamo per due passi in centro, gremito di turisti, e 4 foto. Aspettiamo le 22.00 per unirci al tour, ma dobbiamo aver capito male il luogo di incontro, perché al punto della mattina non c'è nessuno! Decidiamo allora per una ritirata strategica in hotel, dove arriviamo esausti alle 23. Abbiamo camminato per tutto il giorno, ma ne è valsa davvero la pena!  


Giorno 04: Praga - Poznan

Alle 8.30 siamo pronti alla partenza, quando Roberto si accorge che la batteria della sua moto è a terra. Non c’è tempo per farsi prendere dal panico, quindi mettiamo subito in piedi un piano di battaglia: mentre Roberto mette sotto carica la batteria con il provvidenziale caricatore che ha portato, io rintraccio l'officina Yamaha "Yama Moto Sport" (trovata sul libretto fornito da Yamaha) che fortunatamente ha in casa una batteria. Così alle 10.00 riusciamo a partire dall'hotel alla volta dell'officina per la sostituzione. Il navigatore ancora una volta è provvidenziale. Alle 11 l'operazione è completata e possiamo finalmente partire. L'itinerario prevede autostrada per 100 km per poi attraversare una bellissima valle deturpata da mostri di archeologia industriale, morti insieme ai paesi che li circondano. Inizia a piovere e non la smetterà fino a destinazione. Arrivati in Polonia la strada tracciata dal navigatore passa attraverso un parco nazionale, una zona semideserta dove poche case sono sparse in un'interminabile distesa di campi e boschi. Peccato che a 140 km dalla meta la strada si interrompe: una chiatta dovrebbe fare da transito per il fiume, ma non c'è traccia di nessuno. Proviamo a valutare alternative, ma l'unica soluzione che vediamo è quella di tornare indietro e deviare tornando sulla strada principale. In tutto facciamo 60 km di deviazione, per un parziale del contakilometri di 461 km in 7 ore di moto... Quasi tutte sotto l'acqua. L'arrivo a Poznan infatti è alle 18.30, stanchi e distrutti. Sara è nera, ma almeno ha smesso di piovere! Nonostante tutto abbiamo ancora la forza di camminare, così scendiamo in centro. La piazza principale è assolutamente da vedere! Le vivacissime case multicolore, quasi tutte locali e ristoranti, fanno da cornice ad una piazza molto particolare, al cui centro è costruito una sorta di castellotto ed una orrenda costruzione commerciale in stile anni 50: ma cosa aspettano ad abbatterla? In città c'è una miriade di persone, molti delle quali fanno parte di una convention che ha luogo proprio in questi giorni. Decidiamo quindi di trovare un posto in cui mangiare fuori dal marasma e lo troviamo in una fantastica steak-house proprio di fronte all'hotel Royale in cui alloggiamo. I prezzi qui in Polonia sono proprio bassi, in tre abbiamo cenato a base di carne con 30 euro! Completiamo la serata con alcune foto alla piazza della rivoluzione di Poznan del '56, quando 100.000 persone si ribellarono al regime comunista dando origine a quello che negli anni '80 divenne "Solidarnosh".

 


Giorno 05: Poznan - Olsztyn

Partiamo alle 10.00 che già piove che Dio la manda. Sarà una costante: 347 km sotto un acquazzone pressochè ininterrotto. E non solo: le strade allagate trasformano le corsie dei tir impresse nell'asfalto in interminabili pozzanghere e tutte le volte che incrociamo un'auto veniamo investiti da una vera e propria ondata d'acqua. Arriviamo a Torun, la città di Copernico, alle 12. Ovviamente piove ma lasciamo ugualmente la moto presso un parcheggio, scoperto, per fare due passi in centro. La cittadina è davvero bella e ricca di negozi, ma è difficile godersela intabarrati come siamo nelle tute d'acqua e con la pioggia che scroscia. Decidiamo allora di buttarci in un bar e siccome troviamo una sede del Ristorante "Sfhinx" dove abbiamo cenato anche la sera prima decidiamo di bissare. Ci asciughiamo quanto basta e ci rimettiamo in pista per le 15 e 30. La strada è particolarmente brutta per un bel pezzo, poi finalmente migliora fino a diventare, negli ultimi 40 km prima di arrivare a Oszlyn veramente scorrevole e perfettamente pavimentata. Oszlyn è un paesone di impronta decisamente Russa. Finiamo in un Hotel in un casermone stile anni '60 dove sperimentiamo una camera "vintage". L'hotel era a 5 stelle, ma ormai 4 di loro sono coperte da un punto nero! Ovviamente le moto sono in parcheggio sicuro ma scoperto, anche stasera dormiranno all'addiaccio ma almeno noi ci asciughiamo. 


Giorno 06: Olsztyn - Riga

Ha piovuto tutta notte. Dopo la solita, ricca colazione ci imbraghiamo pronti per la partenza. Le strade sono bagnate ma non piove più. La statale che ci deve condurre ad Augustow è a tratti scorrevole ed a tratti piena di buche come un groviera. Il tempo peggiora via via che ci avviciniamo verso la Lituania e reinizia a piovere. In compenso le case sono meno fatiscenti e i campi più curati. Giungiamo alla frontiera sotto il solito acquazzone. Di la dalla frontiera ci aspetta una strada tirata come un biliardo e decisamente di recente costruzione. Il mio Tomtom, con le mappe scaricate da internet che nessuno sa bene da dove arrivino, non l'ha in memoria. Procediamo spediti, 110-120 km/h, fino a Kaunas. Qui piove ancora, quindi decidiamo di saltare la tappa di Klaipeda che doveva portarci alla famosa penisola Kurlandese, per dirigerci direttamente a Riga, guadagnando un giorno di riposo. Ci fermiamo senza saperlo a 100 metri dal confine per levarci le tute antiacqua. I miei guanti in goretex sono ormai allagati da tempo e le mani sembrano quelle di un vecchio: finalmente posso rimettermi quelli leggeri estivi ed appendere quelli pesanti fuori dal bauletto nella speranza che si asciughino con il vento della corsa. Passiamo la frontiera, dove per la prima volta in vita mia mi chiedono i documenti della moto e finalmente siamo in Lettonia. Gli ultimi 70 km della giornata sono baciati dal sole ed arriviamo a Riga che fa caldo. L'hotel prenotato via Internet si dimostra essere poco più di un ostello, quindi ci rivolgiamo a quello di fronte che fortunatamente ha una stanza disponibile, così per questa volta dividiamo una tripla con Roberto. La posizione è centralissima, (di fronte alla stazione) ma la strada, 5 piani più sotto, si dimostrerà veramente rumorosa! Le moto le sistemiamo nel parcheggio sotterraneo custodito del centro commerciale della stazione, a pochi passi dall'hotel. Tempo di cambiarci e scoprire che c'è il fuso orario che ci ha rubato un'ora di vita per fare due passi in centro e mangiare qualcosa. Per le 23 (ora locale) siamo già a letto, ma Riga sembra proprio essere una città interessante. Oggi abbiamo fatto 592 km in quasi 10 ore effettive di moto. 


Giorno 07: Riga

Dopo esserci studiati la guida per bene partiamo alla scoperta di Riga. Iniziamo il nostro tour dai Vermales Garden, verso la cattedrale Ortodossa, da li al Monumento della libertà ed, attraversando il parco costruito intorno a quelli che una vola erano i fossati della città, arriviamo nella zona settentrionale della città vecchia. Di cose da vedere a Riga ce ne sono parecchie, così iniziamo dalla Torre della polvere da sparo, proseguendo lungo Torga Jela alla Porta Svedese, per passare davanti al parlamento ed al castello, sede del presidente. La giornata è bellissima e molto calda. 
Proseguiamo la visita alla chiesa di S.Jacob, alle tipiche case denominate "tre fratelli", le più vecchie di cui si abbia traccia in Lettonia, il Duomo con la sua splendida piazza adornata di cafè, la casa dei Gatti, la piccola e la grande Gilda, la casa delle Teste Nere ed il ponte Akments. Rientriamo in città e ci rechiamo alla chiesa di S.Peter, dove seguendo i consigli della guida non manchiamo di salire sul campanile da cui si domina Riga. Passiamo il primo pomeriggio a gironzolare fra le migliaia di bancarelle del Mercato Centrale (portobello è nulla i confronto) per poi tornare a passeggiare per i viali dei giardini "Bastejkalns" dove, esausti, ci fermiamo a prendere un gelato. 
Ormai abbiamo preso i ritmi del nord e da qualche giorno ci siamo abituati a mangiare tanto a colazione e saltare il pranzo (a dire il vero a me riesce molto più facile che non a Sara e Roberto). 
Sono le 17 circa (ora locale) quando passiamo da un internet cafè per dare uno sguardo alle previsioni (buone) e porgere un saluto sul Forum. 
La sera ci lasciamo coinvolgere dalla proposta di Roberto di andare a mangiare nel ristorante medioevale scovato nella giornata. Il locale si dimostrerà molto valido: scavato nei sotterranei, ricostruisce perfettamente una taverna del 1200 non solo nel vestiario dei camerieri e negli arredi, ma anche nella musica, suonata dal vivo da tre menestrelli che girano di ambiente in ambiente, e soprattutto dalla cucina basata su ricette di epoca medioevale. Dopocena ci fermiamo in un bar in piazza a bere e goderci la musica dal vivo. Che serata piacevole, Riga di notte non ha nulla da invidiare a qualsiasi città occidentale in quanto a "vita". 


Giorno 08: Riga - Tallinn

Sveglia alle 7. Ci aspetta Tallin! Il meteo è splendido e la giornata si preannuncia calda come quella di ieri (intorno ai 25-28 gradi). 
La strada per Tallin è una veloce statale che sembra tirata con il righello. A parte qualche cantiere con senso unico alternato corriamo anche a 110 km/h (!) ed arriviamo a Tallin alle 14.00 dopo aver percorso 307 km. 
Arriviamo sotto un sole che è quasi torrido. Ci cambiamo e ci tuffiamo in città, fermandoci a mangiare in un ristorante dalla cucina tipica estone prima ancora di guardarci intorno. Tallin è totalmente differente da Riga. A Tallin si respira un'aria medioevale, impreziosita dalle possenti mura, dalle case, dai magazzini, da personaggi in costume che bazzicano fra i tavoli e i carretti di dolciumi. Scarpiniamo, come sempre durante questa vacanza, su per la città alta e giù fino al porto, infine ci sediamo sfiniti in uno dei tanti bar in piazza per bere qualcosa. Il nostro hotel si trova proprio all'ingresso della città vecchia, dietro la stazione. Il giro che facciamo lo mettiamo a punto grazie alla guida che abbiamo con noi: Raekoja plats,Vene, Luhike-Jalg su per la collina di Toompea, e poi giù per Pikk fino alla "Grassa Margherita" il bastione che protegge l'ingresso alla città dal porto, e ancora Lai, le chiese, le torri, le mura. Sono le 18.00 quando, rientrando in hotel, leggo sulla guida che a pochi passi c'è una delle poche saune russe ancora funzionanti. Ci informiamo e scopriamo che con 300 eek (circa 20 euro) possiamo affittare una sauna privata per un'ora. Fantastico e rigenerante, ci danno un mini appartamento per 6 persone con salotto, vasca di acqua fredda di 3m per 3m e sauna. Passiamo così dalle 20 alle 21 fra caldo e freddo, a temprarci fisico e mente. Rientriamo in hotel con la forza di tornare in città, dove spendiamo il resto della serata, prima di crollare a letto che è già mezzanotte. 

 


Giorno 09: Tallinn - S.Pietroburgo

La giornata è splendida, ma la latitudine nord si fa sentire, tanto che lungo la strada dobbiamo fermarci a mettere su le imbottiture invernali. La strada è l'ormai nota via baltica, dritta come un fuso. Arriviamo al confine con la Russia che sono le 10.30. L'emozione è forte e siamo un po' impacciati: mi aspettavo una frontiera gigantesca con decine e decine di auto, camper, moto e Tir... Invece si presenta come un passaggio degno della valle d'Intelvi (n.d.r. Svizzera-Italia per i monti). Decidiamo di cambiare subito in frontiera qualche spiccio, quindi ci mettiamo in fila per le successive due ore di "burocrazia applicata". Primo round: abbastanza veloce, gli Estoni verificano passaporto e libretto della moto, registrano i dati sul pc e ci lasciano passare. Il tutto non dura più di 15 minuti. Arriviamo a questo punto su di un ponte dove una sbarra tiene ferma una decina scarsa di auto. Aspettiamo ed osserviamo per circa mezz'ora, quindi Sara va in avanscoperta. Alla sbarra c'è una soldatessa che, in un inglese molto russo, consegna a Sara dei moduli da compilare aiutandola a decifrare il cirillico. Finito di compilare ci rimettiamo in fila e dopo 10 minuti circa ci fanno passare. Ma ovviamente non è finita. Giungiamo alla dogana Russa dove la burocrazia continua con un rituale in più fasi. (1) la prima fase consiste nella consegna dei moduli compilati, dei passaporti e del libretto internazionale ad un ufficio che immette i dati in un pc, non dopo averti fatto aspettare un nuovo quarto d'ora e averlo fatto con molta calma. Fatto questo (2) c'è la fase di controllo del bagaglio che nel nostro caso è molto rapida. La fase (3) consiste nel fare la coda ed attendere le lungaggini necessarie per fare l'assicurazione alla moto, obbligatoria, con circa 380 euro (circa 12 euro). (4) passare all'ultimo sportello dove con altri 10 minuti ti verificano nuovamente il passaporto, la carta di circolazione della moto, l'assicurazione, reinserendo nuovamente i dati nel computer e chiedendo 100 rubli (circa 3 euro) per bolli. Infine si passa l'ultima sbarra, non prima di aver mostrato nuovamente i passaporti ad un agente che verifica esclusivamente il visto Russo. Sono le 12.30 quando finalmente entriamo in Russia, le 13.30 se consideriamo l'ora locale che risulta essere 2 ore avanti rispetto all'Italia. 
Appena imboccata la strada per S. Pietroburgo un posto di blocco ci ferma e viene verificata la patente internazionale. Di tutte le carte che abbiamo fatto l'unica cosa che non interessa a nessuno è il libretto internazionale. 
La strada per S.Pietroburgo è pietosa. Il limite sarebbe di 90 km/h ma difficilmente riusciamo a fare gli 80. Ci mettiamo quasi due ore a raggiungere la periferia della città, 34 km dal nostro hotel, che si trova in centro. La città è un caos, i russi guidano veramente come pazzi e per andare in giro ci vogliono occhi a 360 gradi. Fortuna che il mio fido Tomtom Navigator ci guida sicuri alla meta, senza sarebbe stata la disfatta. 
Alle 18 usciamo per una sbirciatina in anteprima alla città. Prima di rientrare in hotel riusciamo a farci spennare in un lussuoso ristorante del centro, ma questa è un'altra storia e ve la racconterò a voce. 


Giorno 10: S.Pietroburgo

Oggi abbiamo percorso 50 km in 12 ore. A piedi! 
S.Pietroburgo è enorme e non sto parlando dei sobborghi, ma del solo centro. Vista la posizione dell'hotel il tour inizia dalla Stazione di Mosca, in modo di percorrere tutto Nevskij Prospekt. 
Nel corso della giornata abbiamo visitato praticamente tutto quello che era di visibile nell'area delimitata dal fiume Fontanka, incluse due ore all'Ermitage spese fra le stupende Sale di Rappresentanza e i capolavori Italiani, Francesi e Olandesi, ma inutile dire che ci sarebbe da vederne per giorni (si stimano 9 anni per il solo Ermitage!!) senza tenere conto delle ville (castelli) nei dintorni della città. Per trovare un minimo di riposo abbiamo approfittato anche di un giro in battello che ci ha risparmiato di attraversare il fiume Neva a piedi per vedere le colonne rostrate, la fortezza di Pietro e Paolo e l'incrociatore Aurora. 
Nonostante non manchino certo i turisti ed in giro si senta parlare molti in italiano ci viene confermata l'impressione avuta il giorno precedente percorrendo la strada che unisce il confine a S.Pietroburgo: la Russia non è ancora pronta per un turismo di massa ed è ancora molto lontana dai canoni europei. 
In generale la città mostra enormi contraddizioni anche solo nel centro. Dai mendicanti sulle strade ai palazzi fatiscenti, dalle auto in circolazione (si va dall'Hummer ad auto sovietiche non ben identificabili di non meno di 30 o 40 anni fa) allo stato di manutenzione di ogni cosa. S.Pietroburgo ha un'aria decadente anche se è evidente in particolare nei giovani la voglia di crescere. 
In città pochi parlano inglese e quei pochi lo masticano a fatica, tuttavia non è difficile farsi capire almeno dai più giovani, mentre le persone più anziane ti si rivolgono in Russo senza problemi e non c'è verso di intendersi. Il cirillico, poi non aiuta: sembra di essere diventati analfabeti! 
Girando per la città con la guida in mano (Rought Guide edita da Avaliardi Viaggi) scopriamo con stupore quanta della storia Russa sia passata da questa città relativamente giovane (fu fondata nel 1703 da Pietro il Grande) e quante sofferenze abbiano caratterizzato la vita dei Pietroburghesi e dei Russi. Usciamo da questa veloce esperienza con un senso di amaro in bocca nel vedere quanta povertà ci sia ad un passo della nostra amata Europa. Usciamo però con la voglia, anzi l'imperativo di voler tornare non solo per aver modo di vedere tutto quello che non siamo stati in grado di vedere per questioni di tempo, ma soprattutto per capire se il rinnovamento che la Russia sta faticosamente portando avanti porterà ad una omologazione degli usi e dei costumi o se riuscirà a mantenere comunque una propria identità con tutto quello che c'è di buono. 


Giorno 11: S.Pietroburgo - Riga

Oggi siamo rientrati in Europa. 
Incredibile come una nazione lontana che ci era sembrata quasi "ostile" come l'Estonia ci sembri ora più familiare, anzi ci sembra quasi di essere già a casa. Anche le case, le strade, i paesi, che ci sembravano tanto diversi e tanto poveri ci sembrano ora rinnovati ed affascinanti dopo quello che abbiamo visto in Russia. Partiti di buon mattino (9 ora locale) siamo arrivati in frontiera che c'era poca gente. La trafila burocratica è la medesima dell'andata, ma siamo preparati e ce la caviamo più velocemente del previsto: solo 1 oretta! Da Narva invece di scendere dalla Via Baltica prendiamo per Tartu. La nostra destinazione di tappa è Valmiere, via Valga, dove lasciamo definitivamente l'Estonia per la Lettonia. La strada è fantastica, tutta in mezzo a maestosi boschi di betulle ed abeti, interrotti da pochi campi dove vediamo un carro raccogliere il fieno trainato dai cavalli. Mi sembra di essere nella "Contea" dei Baggins! La strada scorre così bene, nonostante i soliti cantieri stradali, che arrivati a Valmiere ci beviamo d'un soffio tutto il Parco Nazionale del Gaujas per fermarci a Riga. Non in centro, bensì in un motel lungo l'autostrada. Siamo a 300 km da Vilnius, che esploreremo domani ed abbiamo fatto 590 km. 


Giorno 12: Riga - Vilnius

Ci svegliamo con una brutta sorpresa: fuori sta piovendo! Il morale è sotto i tacchi, ma c'è poco da fare. Fortunatamente mentre facciamo bagagli e colazione smette, ma il cielo è nero e decidiamo di tenere le tute da pioggia. Prendiamo più acqua dalla strada che dal cielo per i primi 60 km, buona parte dei quali spesi in una lunghissima deviazione causa lavori in corso, che farà levitare i km a fine giornata da 300 a 346. La strada che percorriamo e per un buon tratto la stessa che abbiamo fatto all'andata, fin oltre il confine Lituano, che ci fa salutare definitivamente anche la Lettonia. Giungiamo a Vilnius alle 12.30. Come sempre il Tomtom ci guida a colpo sicuro fino all'Hotel prenotato, a due passi dal centro. La città è un enorme cantiere, i soldi della comunità europea stanno facendo il loro lavoro, così vediamo un sacco di palazzi e torri incappucciate e strade e piazze sventrate. Nel giro di qualche anno tornerà sicuramente a splendere: dopo tutte le sofferenze che ha patito le tracce sono visibilissime non appena ci si allontana un attimo dalla strada principale. Complessivamente non si può dire che non sia una bella città, sicuramente "a misura d'uomo", ma a mio parere non si può paragonare alla vita di Riga o al fascino medioevale di Tallin. Ciò non toglie che troviamo così piacevole camminare per le strade della Old Town che non rientriamo in hotel prima delle 20.00. 
Dimenticavo di citare il pranzo in un locale che offre cucina tipica Lituana. I piatti tipici sono quasi tutti basate su pane secco inzuppato in una sorta di pinzimonio, cosa che lo rende concettualmente simile ad una bruschetta senza pomodoro, e su patate, accompagnate da latte acido e salse similari. Sapori forti, piatti fatti per dare un senso di sazietà che ci accompagnerà tutto il pomeriggio. Il locale si chiama Kaimas e quello in Vokieciu gatve vale una visita anche solo per la bellissima ambientazione. 


Giorno 13: Vilnius - Varsavia

Partiamo da Vilnius di prima mattina. Nella notte ha piovuto, ma il cielo non sembra minacciare. Al parcheggio troviamo una sorpresa: accanto alle nostre FJR c'è una FJR con targa Finlandese! Ci fermiamo 30 km da Vilnius per una veloce visita al castello di Trakai, stupendamente posizionato su un'isola in mezzo al lago, quindi riprendiamo. Dopo pochi km dobbiamo fermarci per metterci le tute da pioggia: ha iniziato di nuovo. 
Passiamo i successivi 400 km sotto un'acqua allucinante. Alla frontiera con la Polonia ci fanno passare senza neanche tirare fuori il passaporto! 
Alle 14 decidiamo una sosta in un'area di servizio per cercare di riprenderci: l'acqua è così forte che è passata attraverso tuta antiacqua, giacca tecnica in goretex inumidendoci i vestiti. Valutiamo che visto che siamo già bagnati tanto vale continuare il più possibile. A 50 km da Varsavia esce finalmente un timido sole, a questo punto optiamo per fermarci nella capitale. 
In centro ci arriviamo facilmente, meno facile è trovare un hotel, così dopo una ricerca decidiamo di rifarci della giornata prendendo due camere allo Sheraton! Approfittiamo della serata per fare due passi: Varsavia è molto più bella di quello che pensassimo. Il centro storico è veramente piccolo ma decisamente bello, ma anche la città, completamente ricostruita dopo la guerra, ha grattacieli modernissimi e strade ampie e ordinate. Rientriamo in hotel stanchissimi dopo una cena all'ennesimo ristorante della catena Sphinx, ma felici di aver tirato dritto e almeno sbirciato la capitale della Polonia. Oggi abbiamo fatto 505 km. 


Giorno 14: Varsavia - Cracovia

Incredibile a dirsi, ma il cielo è terso e finalmente vediamo il sole in Polonia. Partiamo tardi e ce la prendiamo con calma. La strada per Cracovia è molto scorrevole, a tratti con doppia corsia, a tratti con gli ormai noti segni lasciati dai Tir. Sarà l'effetto del sole ma la regione sembra più bella, più ricca, sicuramente meglio curata e meno triste della Polonia che abbiamo visto fino ad ora. Lungo i 302 km che percorriamo raggiungo i 130.000 km con la mia amata FJR che fila via senza alcun problema. Arriviamo a Cracovia che sono le 15.00 l'hotel questa volta non è centralissimo, ma è molto pulito ed ordinato (scopriamo infatti che ha vinto il primo premio in Polonia come miglior albergo a due stelle del 2006). 

Per arrivare in centro ci mettiamo circa 15 minuti a piedi. Il centro storico ha le ormai note caratteristiche architettoniche delle città Polacche, in compenso c'è in giro una quantità di gente incredibile ed in particolare tantissimi Italiani. Bighelloniamo per il centro fino alle 20.30, fra un caffè ed un Kebab (che qui è più internazionale della Pizza!) quindi rientriamo in Hotel presto, un po' per evitare di fare tutta la strada con il buio, un po' perché domani l'intenzione è di svegliarci presto: abbiamo trovato un lavaggio moto e l'idea, se il meteo lo permette è quella di dare una sciacquata a tutta la terra ed ai sassi che si sono accumulati sulla carena prima di partire alla volta di Auschwitz e Vienna. La mia FJR sporca così non l'avevo mai vista!


Giorno 15: Cracovia - Vienna

Eccoci all'ultima tappa prima del rientro a casa. 467 km per uscire dalla Polonia, attraversare la Repubblica Ceca e giungere infine a Vienna. Il tutto facendo una doverosa sosta di 3 ore al campo di Auschwitz dove siamo letteralmente raggelati nel vedere con i nostri occhi quello che avevamo sempre e solo sentito nei documentari. 
Ripartiamo che sono le 12 e 30 passate. La strada fortunatamente è abbastanza scorrevole ed a tratti compare anche una autostrada! Arriviamo a Vienna che sono le 19. L'hotel è discreto ma ci riserva la brutta sorpresa di non avere più posto in garage, così dobbiamo cercare un parcheggio a pagamento che non ci costringa a lasciare le moto in strada per due notti. Troviamo un parcheggio automatico di un supermercato: alla partenza la cassa ci chiederà la bellezza di 32 Euro! In serata prendiamo il metrò e scendiamo in città. Vienna è incredibilmente bella: i palazzi imperiali sono austeri ed opulenti nello stesso momento. Non conosco nessun'altra capitale con queste caratteristiche! L'unica cosa sicura è che domani ci sarà da fare una bella scarpinata.


Giorno 16: Vienna

Vienna. Per scendere in città Sara propone di prendere in affitto delle biciclette, disponibili in stazione attraverso un'incredibile sistema automatico denominato "city bike". Giunti in centro lasciamo le biciclette (il tutto al costo di 1 Euro) e iniziamo un tour della Vienna imperiale prima e di quella medioevale poi. Non ancora sufficientemente stanchi decidiamo una visita al castello di Shonbrunn, utilizzando l'efficientissima metropolitana, e quindi un giro al parco di divertimenti con l'ottocentesca ruota di Prater. Finiamo la lunghissima e caldissima giornata con un'ultima vasca in centro, gremito di gente, anzi, di Italiani! 
Nell'arco della giornata ci siamo fermati più volte a bere e mangiucchiare qualcosa nei numerosi bar e locali della città. In generale ci siamo resi conto di un bassissimo livello di servizio (in particolare camerieri molto poco cortesi), alta propensione a fregare (conti poco chiari con errori più o meno voluti, servizio non compreso senza essere dichiarato, prodotti non corrispondenti a quanto richiesto), prezzi molto alti (inutile fare paragoni con i paesi dell'est) e, dulcis in fundo, qualità scadente dei cibi. Insomma, c'è da stare attenti più qui che nel resto dei paesi visitati! 
A parte questo comunque Vienna è davvero speciale e alla fine della giornata consideriamo che... Il meglio lo abbiamo lasciato per ultimo. Non che sia facile pensare ad un paragone fra tutte le città visitate: Monaco, Praga, Poznan, Torun, Riga, Tallin, S.Pietroburgo, Vilnius, Varsavia, Cracovia, Vienna, ogni città ha le sue caratteristiche distintive, che la rendono unica ed interessante da scoprire. Personalmente mi sono piaciute molto S. Pietroburgo, per la sua aria decadente, Riga, per la sua vitalità e Praga (la preferita di Sara e Roberto) per l'aria romantica che la contraddistingue. Domani, purtroppo e finalmente, si torna a casa: sembra passata una vita! 


Giorno 17: Vienna - Como

Partiamo da Vienna in prima mattinata. Il piano di viaggio prevede 804 km fino a casa. Sul tragitto molte nuvole si alternano ad un sole caldo, tanto che ad un certo punto ci mettiamo anche le tute da pioggia, ma è un falso allarme. Da Vienna percorriamo l’autostrada per Linz, quindi Salisburgo e Innsbruck. Per evitare di fare il Brennero il navigatore ci suggerisce di proseguire in direzione Bregenz, per farci arrivare in Svizzera nei pressi del passo Resia (che non dobbiamo percorrere) fino a Zernez e St. Moritz. Arriviamo a casa alle 18.00 con una giornata splendida. La prima cosa che faccio è… lavare la moto! 
Si conclude qui il nostro viaggio nell’Europa dell’Est. In questi 17 giorni abbiamo percorso 6.064 Km attraverso 10 nazioni. Siamo contenti di averlo fatto perché la nostra impressione è che in pochi anni si farà fatica a capire in quale parte d’Europa si stia viaggiando. 


Consigli

Ecco alcuni consigli utili in ordine alfabetico:

  • Cirillico: a mio avviso è difficilissimo da leggere. Molti caratteri infatti assomigliano o sono identici ai nostri ma si leggono in modo completamente diverso. Ecco allora due cose molto utili che ho trovato in rete: il primo è un sito di translitterazione dove scrivendo in caratteri occidentali ti converte il testo in cirillico (attenzione, però non è un traduttore, cambia solo la grafia!!), il secondo è un documento con le corrispondenze fra caratteri cirillici ed occidentali.

  • Contanti: sebbene si riesca a fare a meno di avere contante in valuta locale per la maggior parte del viaggio in quanto le carte di credito sono ben accette soprattutto presso i benzinai, consiglio di effettuare u na cambio di valuta per un importo di circa 50 Euro in modo da avere spiccioli per piccoli acquisti. In particolare è tassativo entrare in Russia avendo già cambiato un po' di Rubli in quanto i primi soldi serviranno già in dogana. Il cambio lo si può effettuare presso lo sportello presente prima della frontiera Estone: il cambio non sarà sicuramente favorevole, ma cambiando lo stretto indispensabile non avrete perso molto. 
    Attenzione ai resti: nella repubblica Ceca gira molto denaro fuori corso e nelle repubbliche baltiche ti daranno monete della nazione a fianco (con cambio sfavorevole) appena ti distrai. Consigliano tutti di non cambiare denaro al di fuori dei circuiti ufficiali (banche o uffici di cambio).

  • Cosa non dimenticare di portare: spray idrorepellente e lubrificante, utilissimo per ripristinare contatti elettrici (es. interfono), e per lubrificare varie cose (es pedale del freno) dopo un viaggio sotto l'acqua; nastro adesivo tipo "americano", rinforzato e facilmente strappabile: molto utile per piccoli fissaggi e riparazioni volanti. Ho portato inoltre dell'olio motore, ma non è servito, del fil di ferro ed una trousse di attrezzi.

  • Guide: non fate l'errore di andare senza una guida. Guarda qui quelle che abbiamo utilizzato noi.

  • Hotel: noi abbiamo optato per prenotarli via internet, prevalentemente utilizzando il servizio internet "Bookings" (http://secure.booking.net). Questo permette di scegliere l'hotel in centro, con parcheggio, sapendo il prezzo a priori ed avendo la certezza di trovare posto. Assolutamente consigliato. In alternativa di alberghi ce ne sono sia in città che fuori, ma mancano servizi per trovarli (salvo non sapere dove si trova l'Ufficio del Turismo).

  • Lingua: noi ce la siamo cavata bene con l'inglese un po' dappertutto salvo che in Russia, dove lo parlano poco e male. In generale è gente poco avvezza al turismo ed alle lingue, quindi fanno fatica a capire cosa gli stai chiedendo. Un po' di gesti, qualche parola in inglese, italiano e tedesco comunque permettono di mangiare e dormire senza grossi problemi anche nelle condizioni più disperate. Meglio, molto meglio, cercare di parlare con un giovane, in quanto i vecchi parlano solo ed esclusivamente l'idioma locale e vanno avanti imperterriti a parlare anche se cerchi di fargli capire che non stai capendo un tubo!

  • Navigatore: per il mio TomTom Navigator ho trovato le mappe di Germania, Svizzera, Polonia ed Austria (acquistabili anche sul loro sito). Cercando in internet ho anche trovato le mappe delle Repubbliche Baltiche e della Russia: non sono aggiornatissime ma fanno assolutamente il loro lavoro e ci hanno tirato fuori di impiccio in diverse occasioni. Assolutamente da non sottovalutare il cirillico: una volta in Russia è come essere analfabeti e pur sapendo l'indirizzo ed avendo una cartina non sarai in grado di sapere dove sei in quanto i nomi delle strade sono scritti esclusivamente in caratteri cirillici.

  • Parcheggi: ci hanno raccomandato in tutte le salse di non lasciare mai le moto incustodite e così abbiamo fatto. A scanso di equivoci abbiamo sempre preferito un parcheggio a pagamento, facendoci dare una ricevuta e scattando una foto alla moto, non si sa mai. In mancanza di questi ci siamo accontentati del parcheggio dell'Hotel. Non abbiamo mai avuto problemi, tuttavia i parcheggi sono quasi sempre scoperti e purtroppo la moto, in caso di pioggia, resta sotto l'acqua.

  • Polizia: ce n'è tantissima, in particolare in Lituania, Lettonia e Russia. Il miglior modo per non incappare in sanzioni è sicuramente quello di stare ai limiti. In alternativa la tecnica che seguo io normalmente è quella della volpe e della lepre: vado secondo codice fino a quando una macchina con targa locale non mi supera, a questo punto mi accodo tenendo debita distanza di sicurezza, senza mai superarla. Se svolta o corre troppo torno ai limiti ed aspetto quella successiva.

  • Traffico: dalla Polonia in avanti troverete sulle strade un discreto traffico solo intorno alle città ed ai maggiori paesi. In generale posso dire che non esiste il minimo rispetto per le moto, quindi occorre fare la massima attenzione: troverete dei cassoni ambulanti guidati da pazzi scatenati che si divertono a partire sgommando e farti il pelo durante i sorpassi, ma sopratutto, se piove, a lavarti con le pozzanghere. C'è veramente da prestare la massima attenzione!

  • Vestiario: consiglio un vestiario "a strati" in quanto il clima che abbiamo trovato è variato da freddo (10 gradi) a caldo (30 gradi) a seconda che piovesse oppure ci fosse il sole. Avremo messo e tolto le imbottiture della giacca una decina di volte! Un maglione di Lana per i più freddolosi potrà essere gradito.


Hotel

Per questa vacanza abbiamo preferito organizzarci con pernottamento in Hotel. A parte casi sporadici ci siamo orientati su hotel a due / tre stelle con prezzi intorno a 60 euro a notte per una doppia o matrimoniale, con colazione e parcheggio. Ecco gli hotel utilizzati da noi, i prezzi ed un breve commento:

Città  Hotel Prezzo doppia Colazione

Parcheggio

 Note
 Monaco Hotel Schweiz
Goethestr 26
Monaco (D)
80 € ***** Est / C Molto carino, vicino al centro.
 Praga Claris Hotel
Slezska 26
120 00 Praga (CZ)
Tel. +420 242 446 111
Fax +420 242 446 112
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
93 € ***** Int / S Nuovissimo, camere molto graziose e pulite. Vicino alla metropolitana, ma si può scendere in centro anche a piedi.
 Poznan Hotel Royal
Sw. Marcin 71
61-808 Poznan (PL)
www.staypoland.it
74 € **** Int / S Molto bello. Vicino al centro, se sei fortunato hai anche la vasca idromassaggio!
 Olsztyn Hotel Gromada Olsztyn
Pl. Konstytucji 3 Maja 4
10-403 Olsztyn (PL)
Tel. +48 89 534 58 64
Fax. + 48 89 534 63 30
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
44 € ***** Int / S Vecchio Hotel stile Russo, una volta era un 5 stelle, ora ne ha una sola! Lontano dal centro, va bene solo se sei di passaggio.
 Riga Hotel Saulite
Merkela 12
Riga (LV)
Tel. +371-7224546
Fax +371-7223629
100 € (tripla) *** Est / C Bella stanza ma calda e rumorosa: conviene richiedere espressamente una stanza che non dia sulla strada. Vicinissimo al centro ed ai mercati.
 Tallin Hotel Skane
Koplin 2/c
10412 Tallinn (EST)
Tel. +372 667 8300
www.nordichotels.ee
64 € **** Int / S Piccolo, camere scarne ma pulite. Vicinissimo all'ingresso della città vecchia (raggiungibile a piedi)
 S. Pietroburgo Hotel Nikita
Razyezzhaya ul. 42
San Pietroburgo (RUS)
Tel. +812 764 17 25
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
70 € * Int / S Camera pulita ma triste, vicino al centro (c'è da camminare un po') ed alla metropolitana. Il personale parla poco inglese.
 Vilnius Mikotel
Pylimo str. 63
01137 Vilnius (LT)
Tel. +370 5 260 96 26
Fax +370 5 260 96 27
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
49 € ** Est / S Camera pulita ma triste. Subito fuori dal centro, ci si arriva in pochi minuti.
 Varsavia Sheraton Hotel
Ul. Boleslawa Prusa 2
00-493 Varsavia
Tel. +48 22 450 6100
Fax +48 22 450 6200
sheraton.com/warsaw
453 PLN
~ 102 €
NO Int / C Eccellente in tutto! Camera favolosa, a 1,5 km circa dal centro (raggiungibile a piedi)
 Cracovia Hotel Monika
ul. Langiewicza 6
31-425 Cracovia (PL)
Tel. +48 12 413 84 80
Fax +48 12 412 77 39
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
49 € ***** Est / S Hotel carinissimo, ha vinto il premio come miglior hotel a due stelle in Polonia nel 2006. Un po' fuori ma si può arrivare a piedi in centro.
 Vienna Hotel Gebergasse
Gebergasse 21, 1170 Vienna
Tel. +43 1 406 33 66
Fax +43 1 40636699
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
64 € **** Ext / C Personale antipatico. Camera pulita ma triste. Hotel vicino alla metropolitana. (U6, Alser)

Ext: Esterno all'Hotel
Int: Interno all'Hotel
C: parcheggio coperto
S: parcheggio scoperto

* Scarso < ** Sufficiente < *** Buono < **** Ottimo < ***** Eccellente