Punto di incontro dell'Associazione FJR1300 Club Italia

Era fine luglio 2002 ...



Alla partenza, alle 08,35, erano già 32°C ed il sole era alle stelle nel vedere quei due con tuta in cordura nera con caschi neri e fantasie di colori con stivali tourer Alp...cuoio goretex neri su una moto rigorosamente nera con baule maxia nero lucido e borsa da serbatoio nera. 
Il sole si scompisciava con tutto quel mare di nero assorbente pronto.

 

Dentro agli scafandri cominciava l'ammollo e perciò:"Andiamo in autostrada almeno non ci sono sosssste ai sema, code varie sardolente, imbecilli agli incroci del tipo o la va o la spacca che si fermano di colpo mezza sardo fuori e ti fanno pensare ad un bel revolver per lenire i sudori fifa e le congestioni emorroidali".
Era bello sentire il rombo del motore che in scioltezza dava la sicurezza della tecnologia pronta a tutto, obbediente e potente, in cerca di un uomo di cui potersi fidare.
E così fino a Brescia ovest il nastro si è dipanato in un fluire d'aria caldo-umida che nascondeva agli 'intrepidi' il peggio.
Per fortuna il Lago d'Iseo di Sarnico è giunto a proposito dando quel filo di brezza da gustarsi in 5^ a mille giri 30 kmh e visiera rialzata: la foschia dovuta alla calura era tanta e velava le montagne circostanti che, sagge per anni, conservavano un po' di neve noscosta in qualche canalone ombroso per ristorarsi nelle pazze estati ozoniche.

Predore, Riva di Solto, Lovere sono passate via sotto l'invidia benevola degli 'intrepidi' per tutte quelle natiche all'aria: ormai la tuta era una seconda pelle ed avevano perso il senso del bagnato.
"Andiamo a Capo di Ponte per vedere le incisioni rupestri? Facciamo qualche dia e ci 'speckiamo' (nel senso di speck in panini!!!)".
Una tabella turistica li ha mandati a Cemmo, sulla sinistra. Si aspettavano cartelli o strutture valorizzanti quei segni dei loro antenati.
"Dove possiamo vedere delle incisioni, per cortesia?" hanno chiesto alle uniche due persone beccate fuori da un bar alle 12, dopo aver cercato.
"So che ce ne sono di quei segni un po' da per tutto ma a dirle il vero io non sono mai andato a vedere quelle cose lì. Mi hanno detto che ce ne sono sotto a quel traliccio che vede lassù: poggi il mezzo in strada e cerchi dei segnali".
La motazza a sentirsi chiamare 'mezzo', lei che era tutta intera e fiammante (in tutti i sensi!!!) , rimase orgogliosamante col suo minimo regolarissimo e tutti i muscoli tesi.

Passata una breve galleria la strada ben asfaltata saliva un po' stretta con bei tornanti e rapidamente dava a vedere agli occhi panoramiche molto velate, da immaginare con aria tersa ed un sole autunnale dalle tinte pastello.
E siccome il cuore degli intrepidi ama l'altezza delle cime, i due sono andati sempre più su fino a Pescarzo, un paesino gioiello, con le casette gioielline e le stradine ine ine ine dove la moto passava a malapena, con una pendenza anche del diciotto% e finivano tronche in traverse uguali.
"Qell'uomo corso fuori a vedere i foresti in piazza (8 metri di diametro) ci aveva detto che più avanti ci si poteva girare!!!!!" ...e infatti, gira e rigira cercando di farsi la mappa mentale per non perdersi, mentre i poggioli soprastanti a contatto intimo gli uni con gli altri gocciolavano di 'qualcosa', i due sono arrivati in uno slargo: ben due metri e sessanta circa per la loro moto di due e venti,..ma per fortuna in piano.
" Bellllooo" hanno detto sotto l'effetto dell' adrenalina,...dopo!
A Cemmo il sig. Angelo, uomo di montagna, ha ospitato i due, che nel frattempo si erano arditamente spogliati e speckati, nella vecchia cascina.
Gentili ed accoglienti sia lui che la moglie, li ha portati sulle rupi incise spiegando con parole-frase intelligenti, mentre il maschio degli intrepidi scattava dia.
E' nata quasi l'amicizia fulminante che unisce gli animi buoni. "Tornate con i figli che si uniscono le famiglie e si fa festa" hanno detto salutando.
Passo Croce Domini. 1892m
Una 'croce' di viottolo asfaltato [un cartello avverte: larghezza della strada da 2 a 4 metri ( quattro quasi mai ndr.)] che si snoda a coriandolo sul fianco della montagna con tornanti "larghi" 4 o 5 m totali; un filo di strada dove non passano affiancate moto ed auto, spesso coperto da vegetazione nella prima parte.
Fu di colpo che i due di nero ebbero il loro premio: dopo Campolaro un'aria fresca di qualità nivale li avvolse in un idilliaco abbraccio, entrò nelle narici e nei polmoni cittadini come un balsamo. E sul Passo i loro occhi esperti di Dolomiti goderono della vista di pendii prativi antistanti qualche cima: che fresca serenità!

"Ci fermiamo?"- chiese l'intrepido maschio.
" Meglio di no, si fa tardi"- rispose con un parere-ordine l'intrepido femmina moglie (ma l'altro capì: se prendo freddo mi acciacco!). L'intrepido maschio le lasciò l'onore della scusa.

La Val Caffaro dà proprio il senso della montagna: l'aria, la vegetazione, gli strapiombi rivestiti fittamente.

Il lago d'Idro è apparso stupendo nella sua naturalità non molto sfruttata turisticamente, con le montagne di fronte strapiombanti, le vele bianche ed i paesi della sponda vicina in riva all'acqua di colore blu-verde profondo.
C'è un campeggio in riva tutto prato e alberi: ideale per un bagno di tranquillità riflessiva.

I simpaticoni Alty e Red Flyer avevano suggerito: ..la Val Vestino...>:-O
La moto in questa valle è diventata un uncinetto stradale tutto pieghe dentro e fuori che si infilava fra tettoie di roccia sporgenti sulla testa e guard-rail in pietra o cemento, su una striscia d'asfalto a tornanti ciechi dove pregare di non incontrare auto contromano, mentre lo strapiombo mostrava un lago artificiale chiuso fra calanchi calcarei a precipizio di una nudità spettrale.
La Fjr è filata stupenda obbediente a tutti i cambi rapidi di piega: strada tecnicamente bella che percorri senza il tempo di vedere, da quanto sei preso a guardare.
Nello scendere per la Val Toscolano verso Gargnano del Garda le viste panoramiche piacevoli sono state affogate dal sudore che il caldo crescente provocava.

La Gardesana era un luna park affollato caro Red F. dove fare slalom sotto gli occhi interessati di qualche pattuglia =:-(((
E dopo 549,2 km gli "intrepidi sono arrivati a casa alle 21 ca. soddisfatti di aver vinto il sole che già si era nascosto dopo essere diventato rosso di vergogna O:-))))))

Dario

Che la moto ci sia sempre strumento di serenità e liberazione felice.