Punto di incontro dell'Associazione FJR1300 Club Italia

Diario del viaggio per il centenario del Tourist Trophy - Giorno 7: Lunedì 4 giugno



 

Giorno 7: Lunedì 4 giugno

Per noi è ufficialmente la prima giornata di gare. Abbiamo gia visto le prove che sono praticamente la stessa cosa, ma qui la posta in gioco è piu alta, i piloti rischiano il tutto e per tutto, e l’atmosfera non è la stessa dei giorni di prova, anche perché in questa settimana di gare il tracciato non è aperto in serata dopo gli orari d’ufficio, oggi le gare vengono svolte in giornata, il tracciato viene chiuso gia di mattina e sconvolge ancor di piu i ritmi dell’isola.
Il nostro programma per oggi prevede però inizialmente un bel giro verso l’estremo Sud dell’isola, il tempo non è dei migliori e ci preoccupa un po’: se annullano le gare di oggi non possiamo piu vederne per quest’anno siccome il nostro rientro comincia questa sera. La meteo è però favorevole ed assicurano che il tempo migliorerà, siamo fiduciosi ed incrociamo le dita.
Partiamo presto per il sud, gran parte dell’isola e la maggior parte dei centauri sono ancora a letto a smaltire la Mad Sunday, troviamo la strada bella libera. Percorrendola attraversiamo finalmente il famoso Fairy Bridge (Ponte dei Folletti), subito dopo Santon Station sulla strada principale che da Douglas porta a Castletown, ne avevamo sentito parlare piu volte da Lorraine, la leggenda narra che se lo attraversi senza salutare i folletti (ci sono veramente, li accanto sul ponte e sugli alberi, piu nastrini, messaggi, ecc) non avrai una buona giornata. Noi non siamo superstiziosi piu di quel tanto, ma ci piace la leggenda e ci piace adattarci agli usi e costumi del paese che ci ospita, e quindi facciamo un bel saluto in pieno stile "motociclistico" a queste creaturine fantastiche mentre attraversiamo il ponte in sella alle nostre moto.
Giunti vicini all’aeroporto di Castletown, non possiamo non notare che accanto alla pista, immerso nei prati verdi, c’ê una splendida costruzione, che però non è il castello che da il nome alla cittadina, bensì la sede del King William’s College. Una visita da vicino è d’obbligo e veniamo accolti dagli sguardi inizialmente increduli di chi vede arrivare due moto straniere in una struttura cosi lontana dal terreno delle gare, una sorta di "che ci fate voi qui?". Per noi invece è come vedere un film di Harry Potter o un documentario alla TV, studenti che arrivano in auto, accompagnati dai genitori, vestiti in giacca e cravatta blu, la tipica divisa da studenti del college inglesi. Passano alcuni docenti e con mio sommo piacere sento una professoressa che fa un paio di commenti molto positivi e meravigliati riguardo le nostre rispettive cavalcature… non c’è nulla da fare, l’Isola di Man riguardo alle moto non lascia insensibile proprio nessuno.
Proseguiamo verso Castletown, arriviamo al porto e restiamo meravigliati, la marea è cosi bassa che tutte le imbarcazioni del porto sono incagliate sul fondo asciutto !
Cerchiamo un bar aperto per la colazione, introvabile, la Mad Sunday ha lasciato il segno anche presso gli albergatori a quanto pare, quasi tutti aprono non prima delle 12:00, salvo chi prepara la colazione ma solo per gli ospiti dei rispettivi hotel.
Sulla strada verso Port St. Mary ci fermiamo per un ulteriore tentativo allo Shore Hotel, stessa storia, ma siccome siamo solo in due e visto che ho chiesto gentilmente, la padrona decide di preparare la colazione anche per noi, nonostante non siamo clienti del suo Hotel.
Non arriva a prendere l’ordinazione, ma arriva direttamente con una botta-di-vita di colazione inglese con tutto ma proprio tutto, compresi i funghi ed i fagioli…
Ripartiamo a pancia piu che piena verso Port St. Mary, giù fino alla costa sud dell’isola a Cregneash, di fronte alla piccola isola che si chiama "Calf of Man".
Splendido il panorama, tipico del nord, con un po’ di nebbia sullo sfondo, tempo nuvoloso con un po’ di vento, mare abbastanza agitato e schiumoso, prati con le pecore ovunque, avvistiamo anche delle foche sugli scogli.
Le foto parlano per noi, inutile dilungarsi a descrivere cosa vediamo, semplicemente sublime.
Facciamo ritorno verso il centro dell’isola, andremo a vedere le gare non al Ballaugh Bridge come volevamo inizialmente fare (le moto li attraversano un ponte, sui 100 Km/h in mezzo ad un paese, il ponte è un dosso molto stretto ed alto e fanno salti spettacolari) ma in una parte molto piu veloce della pista, che a detta di Les, che la sa lunga riguardo al percorso, è uno dei posti piu spettacolari. Anche li c’è un dosso e le moto effettuano dei salti, ma a velocità ben piu elevate, ben oltre 200 Km/h ed a volte con la moto fuori controllo dopo il salto. Nonostante gli alberi dal grosso fusto dietro ai quali ci si può eventualmente riparare, il luogo resta fortemente spettacolare ma anche molto pericoloso, a dipendenza della traiettoria, alcune moto passano anche a meno di 2 metri dagli spettatori, a velocità elevatissime, ed a volte ancora un po’ fuori controllo dopo l’atterraggio del salto !
Per arrivarci facciamo tutto il giro dell’isola sulla costa, girando in senso antiorario all’esterno del circuito, ci mettiamo piu di un’ora rispettando i limiti e ne vale veramente la pena perché i panorami che vediamo sono stupendi !
Eccezionale, il tempo è ora soleggiato e caldo, siamo contentissimi. Le gare sono come sempre impressionanti e siamo felicissimi di averle viste come previsto.
Il ritorno verso la nostra residenza si rivela intricatissimo, non avevamo mai visto il tracciato così zeppo di moto, in entrambi i sensi. Prendiamo stradine alternative grazie al GPS, ma inevitabilmente alcuni tratti sono passaggi obbligati ed anche il navigatore ci riporta sul circuito.
Arrivati a casa ci rendiamo conto che il tempo è tiranno, check-in al porto alle 21:30, giusto il tempo di preparare tutti i bagagli, salutare chi ci ha simpaticamente ospitato, gli altri ospiti e ci ritroviamo in men che non si dica al porto, in pole position per salire su un velocissimo catamarano SeaCat, a breve faremo ciao a questa mitica isola dal ponte del traghetto!