Punto di incontro dell'Associazione FJR1300 Club Italia

Motocinesi



Franco ci racconta della sua visita alla quarta azienda cinese produttrice di moto. Ci scrive in diretta da Canton.

Ecco cosa ci racconta:

"I numeri sono impressionanti: un milione di motorette vendute nella sola Cina all'anno solo da questa azienda e nessuna idea del nostro mercato: incredibile. E’ raro avere l'opportunità di visitare aziende motociclistiche del genere, smontare e provare moto, avere colloqui approfonditi a 4occhi con meccanici e top manager cinesi, gente con master in USA e con tanto di contropalle ma assolutamente digiuna di Europa malgrado numeri di produzione da capogiro. Al di là di questo, c'è poi un universo umano incontrato nei paesini che solo chi ha toccato con mano può raccontare. Ho fatto, in pochissimo tempo, un'esperienza rara. Ad un fabbricante (l'ottavo della Cina in termine di vendite), ho mostrato il nostro Forum su internet e lui si e' mostrato molto curioso sul funzionamento dei nostri club sia monomarca che multimarca. Chissà che in futuro, fra i simpatizzanti, non ci ritroviamo il General Manager di un colosso motociclistico cinese? Intanto, per le strade, ho incontrato taroccature di tutti i tipi fra cui i seguenti marchi: YAYAMA, SOZOKI, KEWESEKI, HONEDA…"

 

Al limite del segreto professionale continua il suo racconto: "Si è trattato di un viaggio di lavoro teso a valutare in modo diretto ed approfondito il prodotto motociclistico cinese. Il viaggio è stato effettuato con l'amico Lemmelemme ed un esperto di tecnica e mercato motociclistico in Europa al fine di valutare gli aspetti tecnici del prodotto. E' stato visitato un campione rappresentativo di aziende motociclistiche cinesi costituito sia da assemblatori sia da grandi produttori che vendono milioni di moto. Il viaggio è stato di interesse grandissimo, è stato molto intenso e ci ha portato a visitare un universo che un libro intero non basterebbe a descrivere.
Assemblatori puri a parte, posso dire che:

1) le grandi aziende motociclistiche cinesi (calcoliamone diverse diecine) sono in procinto di fare "il grande balzo in avanti" che, spero per loro, sarà meno disastroso di quello operato dal grande timoniere un po' di annetti fa. Infatti, la loro produzione principale deriva dal tipo d'uso per il quale la motocicletta viene concepita che è quello dei nostri padri o nonni per chi è più giovane: un mezzo puramente utilitaristico di trasporto urbano per andare a lavorare, spostarsi da un quartiere all'altro ecc. Calcolate che le autostrade sono interdette alla moto.

2) I mezzi sono quindi prevalentemente 125 e 150 cc. con poche eccezioni, con motorette e scooter apparentemente tutti uguali, costruiti su brevetti scaduti di moto giap (e qualche italiana) anni '70 e quindi di stile e fattura obsoleti. Le componenti sono coerenti col resto.

3) Queste moto viaggiano a milioni per le strade e colpisce quello che per noi è un paradosso: per limitare il traffico, ad esempio, a Guangzhou (Canton), sono state proibite le moto. In un'area di 12 milioni di abitanti sono molte decine di migliaia di veicoli in meno per le strade che, causa costo dei mezzi, non vengono sostituite da auto: spunta qualche trike per aggirare la legge.

4) I marchi sono un optional: se ne vedono a centinaia, diversi, su moto uguali. Alcuni sono di pura fantasia, altri sono dei taroccamenti in libera circolazione. In Cina si tarocca assolutamente tutto. Per ora ne inserisco tre

Purtroppo non ho fatto in tempo a fotografare una SOZOKI.

5) I loro mercati di esportazione sono quindi principalmente l'Africa, l'Asia, il Sudamerica e tutti i luoghi dove le motorette sono concepite così

noterete il casco, peraltro usato raramente: da noi lo metterebbero i boscaioli o quelli che lavorano col flessibile. Nelle aziende visitate non vi era a disposizione neppure un casco per le prove e comunque caschi decenti, in giro, non ce ne sono.

Attenzione: qui si parla comunque di aziende che producono e vendono milioni di veicoli, con manager di ogni tipo anche col master preso ad Harvard, aziende che hanno una capacità finanziaria enorme e che per ora vivono di prodotti vecchi e standard perchè comunque c'è per questi un mercato vastissimo nel mondo, però qualche produttore si sta stufando di comprare vecchi brevetti da noi e sentono un desiderio logico ed umano di crescere. Lo faranno.
Mi dispiace non poter aggiungere informazioni che devo tenere professionalmente riservate ma, certo, ho visitato un mondo nuovo. Le aziende, malgrado l'obsolescenza dei mezzi prodotti, sono comunque così:

 

Concludo con un doveroso omaggio al tester Lemmelemme (io non mi inserisco) tanto per far vedere in che condizioni provavamo le moto nei viali aziendali in circuito interno. La mancanza del casco provocava in noi un senso di inadeguatezza estrema e ci sentivamo nudi e privi di un elemento essenziale per il motociclista come la moto stessa e, dunque, abbiamo limitato i nostri test a brevi gimkane, prove di accelerazione, ripresa e frenata e l'espressione del buon Roberto la dice lunga sullo spirito che comunque ha pervaso i nostri 10 gg. di visita cinese. Quando sarà possibile, saremo comunque in grado di inserire interessanti valutazioni tecniche e di mercato."