Parole sante, Roby. Il punto è che, oggi come oggi, esistono almeno due categorie che si possono applicare a chi possiede una moto: 1) chi intende il mezzo come scelta o filosofia di vita, o quasi. I motociclisti, insomma. 2) chi intende il mezzo come prolungamento di appendici fisiche (più grande è la moto, più grosso la gente crede che io l'abbia). I motocretini, insomma. Qui in Romagna siamo martoriati da queste due ottiche. Sapete bene che la moto, anzi "il motore" in queste terre è più sacro della madre, moglie, sorella messe insieme. Parallelamente abbiamo anche la vasca a Marina di Ravenna, a Milano Marittima, oppure a Riccione, a cui ambiscono quelli con moto cromate, dinosauriche. L'unico scopo nella vita dei motocretini è quello di passeggiare su due ruote, in passerella. Più persone li notano, più il loro orgasmo sarà soddisfacente. I problemi veri nascono quando gli appartenenti a questa ultima categoria (e sono sempre di più!) provano a fare i motociclisti, e guidano la automobile come se avessero una moto e la moto come se avessero una bicicletta in una pista ciclabile. Pericolosissimi. Roby, prova ad indovinare chi sono quelli che per strada salutano e quelli che neanche ti vedono. I motociclisti od i motocretini?
S.