"Nessuno ha avvertito della bomba d'acqua"
Nonostante le pessime condizione meteo che perduravano su Genova dal pomeriggio, non un allarme è stato diffuso. Il primo sms d'allerta quando il torrente Bisagno era già esondato
"Nessuno ha avvertito della bomba d'acqua"
L'acqua si ritira e fa emergere una città ferita, ricoperta da uno strato di fango e morte. La pioggia non poteva essere evitata ma i danni potevano essere contenuti e la morte di Antonio Campanella forse evitata.
Il sistema di allerta non ha funzionato. Mentre sulla città si scaricava un temporale violento e nel'entroterra i torrenti si ingrossavano fino a sfiorare i bordi degli argini, nessuno ha lanciato l'allarme di una possibile alluvione.
Non attraverso la radio, non attraverso i social network e neppure con gli altoparlanti montati sulle auto dei vigili urbani. La città non è stata avvisata che sarebbe piombata su Genova una bomba d'acqua di tali proporzioni.
Il sistema di sms che avvisa la popolazione delle possibili emergenze, è rimasto muto per tutto il pomeriggio di ieri, quando la pioggia già scendeva battente da levante a ponente.
Il primo messaggino di allerta ha raggiunto i genovesi, e solo quelli iscritti al sistema, alle 23.19 esattamente in contemporanea all'esondazione del Bisagno, il torrente che ha provocato la morte di un passante e tanta distruzione nel quartiere alle spalle della stazione Brignole.
La 'Protezione Civile Comune di Genova' neppure scriveva che il Bisagno era uscito dagli argini. Avvertiva unicamente di "prestare massima attenzione in area Val Bisagno. Forti precipitazioni e possibili esondazioni".
Bisogna attendere l'1.37 per ricevere sul telefonino il secondo sms. Quando la città già affogava, la Protezione Civile scriveva: "Prestare massima attenzione pericolo ulteriore esondazione Bisagno"
Non ci sono altre informazioni nella notte. Solo poco prima delle 6 (alle 5.58) i cellulari dei genovesi iscritti al servizio hanno trillato per avvisare che "oggi, venerdì 10 ottobre, scuole di ogni ordine e grado chiuse".
Il sindaco mette le mani avanti: "Non doveva essere il Comune a dare allerta dopo cinque giorni di pioggia". Ammette Marco Doria che "c'è un sistema di protezione civile per il quale spetta al Comune mettere in atto le procedure previste dai diversi livelli di allerta. Ma stiamo ai fatti: l'allerta - tuona Doria - non è stata emanata".
Si difende la Regione a cui fa capo l'Arpal, l'Agenzia regionale per l'ambiente, l'isituto deputato a controllare le condizioni meteo e suggerire al Comune e alla Regione le emergenze: "L'allerta meteo per l'alluvione di Genova - spiega l'assessore regionale alla protezione civile Raffaella Paita - non è stata data perché le valutazioni dell'Arpal basate su modelli matematici non hanno segnalato l'allarme".
La procura intanto ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo per la morte dell'infermiere affogato a Borgo Incrociati. E' la stessa procura che sostiene l'accusa contro l'ex sindaco Marta Vincenzi e alcuni ex rappresentanti della protezione civile e del Comune per l'alluvione del 2011 che fece sei morti.