Ciao ed innanzitutto benvenuto fra noi.
Non posso fare a meno di prendere spunto dalla tua presentazione per rilanciare un sondaggio o una piccola discussione per chi ne avrà voglia sul fatto di essere prevalentemente chilometristi o paesaggisti.
Premetto che a tutti noi piace viaggiare e che il piacere del viaggio in moto, del percorso, sia di per sé gratificante. D’altro canto, c’è chi preferisce fermarsi spesso, utilizzare la moto come una scusa per vedere, magari facendo tappe non programmate dove mi pare, magari a costo di non raggiungere una meta che nessun dottore mi ha prescritto.
Tutti siamo, più o meno, sia “paesaggisti” che “chilometristi”, ma per me il vezzo di indicare i chilometri è puramente statistico e, anzi, il chilometraggio percorso è un non valore. Ognuno ha il sacrosanto diritto di vivere la propria motocicletta come vuole, ci mancherebbe, e quindi accetto che non si verificherà mai il caso in cui venga fatta una legge che impedisce di arrivare e tornare in 10 gg. a e da Nordkapp, sanzionandone penalmente la trasgressione senza condizionale.
Io sono, invece, un creatore di tappe, nel limite del ragionevole: la penso così, odio le autostrade che sono per me un male necessario, eppure tre settimane fa mi caricavo di bacilli in moto sull’Appennino con la neve, quindi sono anch’io uno che viaggia. Ma questa storia dell’andare, del saltare le tappe, del dire: “io ho fatto un sacco di chilometri”, sono andato a Timbuktù in due giorni però non mi sono fermato perché volevo andare oltre, beh, non mi va. Credo di essere uno slow rider che si becca, ogni tanto, qualche sparaflashata d’autovelox (KZ!), ma senza saponette anch'io.
E voi? Cosa ne pensate? Siete prevalentemente chilometristi o paesaggisti? (non dite tutti e due, non vale, mettete delle percentuali senza barare e vediamo di conoscerci un po’ di più)
Franco
P.s.: ma come si fa ad inserire un sondaggio, Fabio?